Nodo gassa d’amante: il re dei nodi

I nodi… la gassa d’amante è il re dei nodi, che tutti dovrebbero saper fare, ma non è così.

Mai sentito parlare della gassa d’amante? Eppure sembra sia un nodo basilare, che tutti dovrebbero saper fare in quanto non è affatto difficile e potrebbe rivelarsi utilissimo nella vita. Viene ampiamente utilizzato nella nautica, ma anche nell’alpinismo, per fissare oggetti e legare le drizze delle vele. Inoltre, può essere usato come un ottimo nodo di salvataggio.

Si tratta di un nodo che, in casi estremi, può essere eseguito persino con una mano sola anziché con due mani e che, nell’alpinismo può essere usato anche per svolgere numerose manovre di corda, come ad esempio per costruire un imbrago d’emergenza o effettuare la chiusura dell’anello intorno agli ancoraggi naturali. L’uso di questo nodo nell’alpinismo viene sempre accompagnato dall’esecuzione di un nodo di blocco. Ma come possiamo usufruire del re dei nodi?

I metodi per effettuare la gassa d’amante sono svariati: vediamone alcuni!

Il metodo classico prevede pochi passaggi atti a formare la gassa d’amante passo dopo passo. Innanzitutto bisogna formare un piccolo occhiello. Quest’ultimo dovrà essere subito passato sotto il dormiente, lasciando abbastanza spazio per completare il nodo alla fine. Quindi bisognerà formare l’occhiello cercando di prestare attenzione alla dimensione dello stesso insieme al corrente. Quest’ultimo andrà passato nel primo occhiello muovendosi sotto la corda.

Il passo successivo da compiere consiste nel passare il corrente dietro al dormiente per rientrare successivamente nel primo anello di sopra. Infine, non si deve fare altro che tenere con una mano l’occhiello principale e il corrente, per tirare il dormiente con l’altra mano in modo da stringere il nodo. Al metodo classico è anche associata una filastrocca, che aiuta a ricordarsi i vari passaggi:

Il serpente entra nella tana del lupo dal basso verso l’alto. Gira attorno all’albero e torna nella tana del lupo dall’alto al basso.”

  • Tana del lupo: il primo occhiello (simile ad una “P” rovesciata).
  • Il serpente: la parte più lunga che va tenuta orizzontale.
  • L’albero: la parte più corta che va tenuta in verticale (sopra l’orizzontale).

 

nodo gassa d'amante

 

Esiste anche un modo più veloce per comporre il nodo la gassa d’amante: si tratta del metodo lampo, detto anche “Jedi”. In questo caso, bisogna in primis formare l’occhiello da passare sopra il dormiente. Persino in questo caso, l’esecutore deve ricordarsi di lasciare lo spazio necessario per completare il nodo. Occorre far passare il dormiente superiormente all’interno dell’occhiello e, successivamente, il corrente in un anello oppure intorno a un oggetto, per poi farlo passare inoltre sotto l’ultimo occhiello del dormiente.

Infine, si prende il corrente con l’occhiello e il dormiente tirandoli insieme. Questo permetterà al nodo di capovolgersi formando una gassa d’amante. Si tratta del metodo da utilizzare nelle situazioni d’emergenza, in cui è richiesta una certa velocità. Qual è il più facile? Probabilmente è meglio imparare la filastrocca, non credete?